mercoledì 27 ottobre 2010

Georges Simenon, La finestra dei Rouet

Forse gli uomini non pensano che l'inizio del giorno è misterioso quanto il crepuscolo, che ha in sé sospesa la stessa parte di eternità. Non si ride fragorosamente, di un riso volgare, nella freschezza tutta nuova dell'aurora, più di quanto non lo si faccia nell'attimo in cui ci sfiora il primo alito della notte. Siamo più seri, proviamo l'impercettibile angoscia dell'essere umano davanti all'universo, perché la strada non è ancora la solida strada rassicurante, ma un pezzo di quel gran tutto in cui si muove l'astro che mette pennacchi di luce sugli angoli aguzzi dei tetti.



"I minuti che trascorrevi al bar, le ore che trascorrevi all'Hotel de Montmorency bastavano a ripagarti di tutto. li protraevi. Prolungavi il contatto di un'altra pelle con la tua, e di sera, da sola nel letto, cercavi ancora nel tuo odore la traccia di quello di lui..."

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