domenica 26 dicembre 2010

Jeanette Winterson, Scritto sul corpo

Com'è che la cosa meno originale che sappiamo dirci tuttavia la sola cosa che desideriamo sentire? "Ti amo" è sempre una citazione. Non sei stata tu a dirlo per la prima volta e nemmeno io, eppure, quando lo dico tu e quando lo dico io, siamo come dei selvaggi che hanno scoperto due parole e le venerano.




Chissà perché gli umani hanno bisogno di risposte! Forse perché senza una risposta, una qualsiasi, la domanda stessa subito sembra sciocca.

Non può andare sempre come piace a me, i rapporti si fondano su dei compromessi.

Qualche volta siamo noi stessi i nostri migliori amici.

Non si regala mai il proprio cuore, lo si presta di tanto in tanto. Se non fosse così, come potremmo riprendercelo senza chiederlo?

Se hai dei dubbi, mangia. Posso capire perché, per alcune persone, il miglior assistente sociale è il frigorifero.



L'energia non si perde, si trasforma. Dove vanno le parole?

Quando in dubbio, scegli la sincerità. è uno dei miei trucchi.

"Le cose sono cambiate", che frase del cazzo, io ho cambiato le cose. Le cose non cambiano, non sono come le stagioni che passano, giorno dopo giorno. La gente cambia le cose. Si è vittime del cambiamento, non delle cose.



Ma sia le molecole sia gli esseri umani sono solo una parte di ciò che esiste in un universo di possibilità. Ci tocchiamo l'uno con l'altro, creiamo legami e li spezziamo, scivoliamo via in campi di forza che non comprendiamo.

Scritto sul corpo c'è un codice segreto, visibile solo in certe condizioni di luce; quello che si è accumulato nel corso della vita si ritrova lì. In certe parti il palinsesto è inciso con forza tale che le lettere si possono sentire al tatto, come se fosse scritto in braille. Preferisco tenere il mio corpo ripiegato, al riparo da occhi indiscreti. Mai aprirsi troppo, svelare tutta la storia.

Il fato è un concetto inquietante. Non voglio essere in balia del fato, voglio scegliere.




Perché la mente è incapace di decidere da sola l'argomento dei suoi pensieri? Perché quando vogliamo disperatamente pensare a una cosa, invariabilmente pensiamo a un'altra?

Parlavamo continuamente, di tutto tranne che di noi. Eravamo in un mondo Virtuale nel quale l'unico
tabù era la vita reale.

Al mattino, quando è molto presto, le ore hanno una qualità diversa, si dilatano, cariche di promesse.



"Ti passerà..." Sono i cliché che creano problemi. Perdere qualcuno che ami significa la vita che cambia per sempre. Non ci si passa sopra, perché si tratta della persona che hai sempre amato. Il dolore finisce, ci saranno altre persone, ma il vuoto non viene mai colmato. Come potrebbe? L'unicità di qualcuno che è stato così importante che lo rimpiangiamo non viene annullata dalla morte. Il buco che ho nel cuore ha la tua forma, e nessun altro può colmarla del tutto. Perché dovrei desiderare che lo faccia?

Non c'è niente di peggio che stare in un posto affollato quando si è soli.

Grandi quantità d'acqua non possono dissetare l'amore, nè possono sommergerlo le inondazioni. Allora, cos'è che uccide l'amore? Soltanto la disattenzione. Non vederti quando mi stai davanti. Non pensare a te nelle piccole cose. Non spianarti la strada, non prepararti la tavola. Sceglierti per abitudine e non per desiderio, passare davanti al fioraio senza accorgermene. Lasciare i piatti da lavare, il letto da rifare, ignorarti al mattino, usarti la notte. Desiderar un'altra persona mentre ti bacio sulla guancia. Dire il tuo nome senza ascoltarlo, dare per scontato che sia mio diritto pronunciarlo.